Valle Strona Cima Scaravini 29 Dicembre 2021


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Relive ‘Cima Scaravini’

Per noi omegnesi la Val Strona è semplicemente la Valle, ma nonostante la confidenza e l’assidua frequentazione, ci riserva sempre delle gradite sorprese fatte di magnifici ambienti e luoghi solitari e selvaggi. Oggi siamo andati alla Cima Scaravini (o Scaravine, come indicato sulla cartellonistica e sulla croce di vetta).

Lasciate le auto all’ngresso di Massiola (775 m), abbiamo attraversato il paese e imboccato la scalinata in cemento che sale sulla destra. Poco dopo inizia una mulattiera lastricata, che sale ripida nel bosco. Raggiunte le baite dell’alpe Crotta si incrocia la strada sterrata, che si segue per un breve tratto. Ripreso il sentiero che percorre un bellissimo bosco di faggi, incrociando varie volte la strada, raggiungiamo l’alpe Pero (1398 m) e, superate le ultime baite, proseguiamo, sempre nella faggeta. Qui il sentiero si perde un po’ e non è facilissimo seguire i segni sbiaditi sugli alberi, ma basta dirigersi all’ampio spallone della montagna e percorrerlo fedelmente. Usciti dal bosco si arriva al Piano del Pozzo (1695 m). Poco oltre inizia il bel crestone, con qualche tratto roccioso reso insidioso dalla poca neve, che con lunga cavalcata porta in vetta (2117 m).

Discesa: per lo stesso itinerario.

Tempo salita: 4 ore, comprese le soste.
Dislivello: 1350 m circa
Sviluppo: 13,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: sentieri coperti di foglie ma ben evidenti fino al Pero, poi tracce e segni sbiaditi. La cresta è facile, anche se la neve costringe a qualche deviazione su roccette elementari. I versanti sono comunque molto ripidi ed è necessaria prudenza. Oggi non abbiamo usato i ramponi, ma potrebbero essere utili se la neve dovesse gelare.

Valstrona Punta dello Sciatore 13 Marzo 2021


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Relive ‘Punta Sciatori’

Approfittiamo dell’ultimo week end con un minimo di libertà per fare una bella gita. Anche questa è una meta insolita, ad una cima il cui nome è tramandato dai frequentatori locali, ma che non si trova sulle carte. Si tratta comunque di una gita bellissima, in un angolo di Valstrona poco conosciuto. La strada per Campello in inverno non viene pulita e, anche se la neve non è continua, le valanghe scese dai canali la rendono impercorribile dalle auto.

Da Forno si segue la strada per Campello fin dove possibile. Oggi siamo arrivati ad un chilometro circa dalla Piana di Forno (1000 m circa). Lasciata l’auto in uno slargo della strada, abbiamo messo gli sci sullo zaino fino al cimitero di Campello, dove la neve diventa costante. Raggiunto il paese, siamo scesi al torrente, lo abbiamo attraversato sui resti dì una valanga e ci siamo inoltrati lungo la mulattiera che sale all’alpe Pennino. Quando questa, attraversato il torrente, volge a E, la si abbandona e si risale il ripido pendio, in direzione S. Proseguendo il pendio si incunea in un ampio canale, che sfocia in un tratto aperto e pianeggiante. Percorso il pianoro, ci si alza nuovamente in un altro canale, che porta alla bocchetta del Crac. Deviando a destra, si supera un breve risalto un po’ ostico e si esce sui pendii sommitali, in vista della cima. Raggiunta la bocchetta dove si lasciano gli sci, si percorrono a piedi gli ultimi 10 metri che portano in vetta (2060 m)

Discesa: dalla cima ci siamo diretti a NO, seguendo bellissimi pendii e ampi canali. Un tratto a mezzacosta ci ha portati all’alpe Penninetto, dove abbiamo scollinato, per scendere in direzione dell’alpe del Vecchio. Raggiunto il ponticello sulla Strona, in breve siamo tornati a Campello. Gitona!

Tempo di salita: 4 ore
Dislivello: 1100 m circa con le risalite
Sviluppo: 13,5 km circa tutto il giro
Difficoltà: AD-

Condizioni: lasciata la strada, la neve è abbondante. La salita alla bocchetta del Crac è a tratti molto ripida e soggetta a valanghe. Deve essere percorsa solo in condizioni assolutamente sicure. Neve trasformata in salita (utili i coltelli) e polverosa e bellissima su tutto l’itinerario di discesa.


Valle Strona Monte Croce da Fornero 9 Gennaio 2021


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Relive ‘Monte Croce da Fornero’

Anche questa è una gita insolita, che non sempre si può effettuare a causa della partenza a bassa quota; ma quando ci sono le condizioni, è una chicca che non ci si deve lasciar sfuggire. Il bosco esposto a N è garanzia di neve polverosa, nonostante la quota modesta.

Dal parcheggio di accanto alla chiesa di Fornero (590 m), si prende la ripida stradina asfaltata che sale in direzione E. Dopo un paio di tornanti la strada spiana e passata una bella chiesetta, si inoltra nella valle, raggiungendo l’alpe Foglia. Da qui si procede nel bel bosco di faggi, seguendo le marche bianco rosse del sentiero estivo. Si esce dal bosco al Co di Strobj, a quota 1265 m, quando si incontra la strada che proviene da Camasca. La si percorre per un tratto, in leggera discesa, fino alla bocchetta di Valfoglia, dove si lascia la strada che prosegue verso il colle del Ranghetto e si risale sulla destra la dorsale della montagna.
Dopo un breve tratto in diagonale, si raggiunge la cresta, inizialmente abbastanza angusta e che obbliga a numerose inversioni ravvicinate. A mano a mano che si sale la dorsale si amplia e la pendenza diminuisce, per arrivare al bel pendio sommitale, ampio e aperto (1643 m).

Discesa: per lo stesso itinerario, con possibili varianti nella faggeta, sufficientemente rada da consentire di sciare con pieno divertimento.

Tempo di salita: 3,10 ore
Dislivello: 1100 m circa con le risalite
Sviluppo: 12,5 km circa andata e ritorno
Difficoltà: PD

Condizioni: neve abbondante fin dalla partenza. Si calzano gli sci all’uscita del paese. Neve polverosa su tutto il percorso; anche nel tratto sommitale, a patto di non spostarsi mai sui versanti S sotto alla vetta, dove il sole ha già modificato il manto nevoso.


Monte Eyehorn e Massone 31 Ottobre 2020

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Relive ‘Eyehorn e Massone da Quaggione’

EYEHORN E MONTE MASSONE DA QUAGGIONE

Il Massone è una gran bella montagna e regala panorami stupendi, soprattutto se si sale da Quaggione. Il percorso è più lungo e faticoso, ma ne vale assolutamente la pena. Se poi si ritorna, con itinerario ad anello, passando dalla Frera e Bagnone, diventa un vero gitone. Ancora una volta con gli amici del GAM Verta

Partiti da Quaggione, (1255 m), abbiamo seguito il sentiero in falsopiano che aggira il monte Zuccaro e che porta alla base dei Tre Gobbi. Qui il sentiero si impenna, e percorre tutta la ripida dorsale che sale al Cerano (1702 m). Una breve discesa, poi si risale fino al Poggio Croce (1765 m). Ora la discesa è più lunga. Si perde parecchia quota prima di affrontare la faticosa salita al Barafet. Arriviamo così alla Bocchetta di Bagnone (1589 m) e riprendiamo a salire, seguendo più o meno la linea di cresta. Arrivati alla Bocchetta del Massone, dove si incontra la mulattiera militare della linea Cadorna che sale da Ornavasso, decidiamo di fare una breve deviazione, per raggiungere la vetta dell’Eyehorn. Da qui un sentiero quasi pianeggiante taglia il versante S poco sotto la cresta e porta ad incrociare il sentiero per il Massone, che raggiungiamo in pochi minuti.

Discesa: dalla croce ci dirigiamo a S, seguendo la cresta. Rimanendo sull’ampia dorsale, seguiamo la traccia evidente che scende verso la Loccia. Arrivati al colle sopra alla Frera, abbiamo abbandonato il sentiero per la Loccia e seguito quello che, con un ampio giro, porta all’alpe Bagnone. Da qui bisogna seguire i bolli gialli e non i cartelli indicatori, che portano ad un sentiero semi abbandonato. Proseguendo su sentiero ben marcato, siamo arrivati all’alpe Morello e, con lunghi saliscendi e dentro e fuori da innumerevoli vallette, siamo tornati al sentiero di partenza, alle pendici del monte Zuccaro.

Condizioni: sentiero pulito, senza tracce di neve. L’itinerario è tutto ben segnalato con i bolli gialli della gara 3M.

Tempo di salita: 3,45 ore comprese le soste; 8 per tutto il giro
Dislivello: 1370 m circa
Sviluppo: 17 km circa
Difficoltà: EE

Valle Strona Montagna Ronda 17 Ottobre 2020

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Relive ‘Valle Strona Montagna Ronda’

MONTAGNA RONDA DA CAMPELLO MONTI

Il paesino di Campello Monti è un piccolo gioiello Walser, arroccato alla testata della Valle Strona. Anche solo una visita ripaga della lunga e tortuosa strada che sale da Omegna. Dal paese partono numerosi interessanti itinerari escursionistici. Questa volta abbiamo scelto la Montagna Ronda, seconda montagna della Valle Stroma per elevazione e a nostro avviso una delle più belle montagne della bassa Ossola.

Dal parcheggio all’ingresso del paese (1305 m), si prende la scalinata che sale verso la chiesa. Senza passare davanti alla chiesa, si prosegue in salita e si esce dal paese per un ripido sentierino, che con alcuni tornanti, porta ad incontrare il sentiero principale. Superata una baita isolata, si lascia il sentiero che prosegue verso Ravinella e si sale a sinistra. Attraversato il torrente, si sale a vista verso la baita dell’alpe Fornale inferiore. Qui il sentiero torna visibile e si sposta sulla sinistra, tagliando il ripido versante, per andare ad attraversare ancora il torrente.
Si riprende a salire, per raggiungere l’ampio pascolo dell’alpe Fornale Superiore.
Attraversati i prati in direzione SO, si ritrovano un cartello, i segni bianco rossi ed il sentiero, anche se non sempre evidente.
Arrivati al ripiano che ospita due laghetti, oggi gelati, si risale il ripido versante S della Ronda, per attraversare a sinistra, in direzione dell’evidente bocchetta. Da qui si segue l’ampio crestone, che nell’ultimo tratto si presenta disseminato di grossi blocchi.

Discesa: per lo stesso itinerario

Condizioni: sentiero abbastanza ben segnalato su tutto l’itinerario, anche se in qualche tratto non è molto evidente. Neve recente impone prudenza sui ripidi versanti sopra ai laghi e nella cresta finale. Gita bellissima.

Tempo di salita: 3,15 ore comprese le soste
Dislivello: 1150 m circa
Sviluppo: 8,7 km circa
Difficoltà: EE

Valle Strona Cima Capezzone 30 Maggio 2020

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CIMA CAPEZZONE DA CAMPELLO MONTI

Il paesino di Campello Monti è un piccolo gioiello Walser, arroccato alla testata della Valle Strona. Anche solo una visita ripaga della lunga e tortuosa strada che sale da Omegna. Dal paese partono numerosi interessanti itinerari escursionistici. Il Capezzone, cima più alta della valle, è uno dei più classici.

Dal parcheggio all’ingresso del paese (1305 m), si prende la stradina lastricata che sale alla chiesa. Da qui parte un sentiero in leggera salita. Superato un ponte in ferro, si lascia il sentiero che prosegue verso la bocchetta di Rimella, per prendere la traccia che sale a destra, in direzione della Piana di Via (1715 m). Il sentiero prosegue in direzione SO per un ripido tratto, per volgere poi a N e raggiungere, con una salita più dolce, l’alpe Capezzone (1845 m). La traccia è sempre evidente e attraversa gli ampi pascoli dell’alpeggio, dirigendosi alla bastionata rocciosa, che si aggira a sinistra. Un lungo diagonale oprta al bivacco Traglio e al laghetto del Capezzone. Aggirato il lago sulla destra, si salgono ampi pendii erbosi e noiose pietraie, per ora ancora coperte da residui nevai, fino ad arrivare al colle della Crocetta, che separa la cima Capezzone dalla cima Lago. Volgendo a destra, su tracce di sentiero, si raggiunge la vetta del Capezzone (2421 m).

Discesa: per lo stesso itinerario

Condizioni: sentiero pulito e ben segnalato su tutto l’itinerario. Qualche nevaio oltre il lago, che non crea problemi .

Tempo di salita: 3,15 ore comprese le soste, con molta calma
Dislivello: 1150 m circa
Sviluppo: 10 km circa
Difficoltà: E

Valle Strona – Monte Massone 16 maggio 2020

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MASSONE DALLA LOCCIA

Terminata l’emergenza sanitaria, si può finalmente ritornare a fare quello che più ci piace e appassiona. Niente di meglio, per riprendere un po’ di fiato e di gambe, che una bella passeggiata su una delle montagne di casa.

Partiti dall’alpe Loccia (1107 m) sopra a Chesio, abbiamo raggiunto la chiesetta da dove parte un ampio sentiero pianeggiante, che porta ad un gruppo di case. Proseguendo, si supera un ruscello e si comincia a salire e si arriva rapidamente all’alpe Frera e all’omonimo colle. Da qui si segue l’ampia dorsale, che sale i ripidi prati in direzione NO. La cresta si stringe negli ultimi metri, ma rimane comunque agevole da percorrere.

Discesa: per lo stesso itinerario

Condizioni: sentiero pulito e ben segnalato su tutto l’itinerario. Poca neve solo nei pressi della vetta.

Tempo di salita: 3 ore comprese le soste, con molta calma
Dislivello: 1150 m circa
Sviluppo: 10 km circa
Difficoltà: E

Monte Massone 4 Gennaio 2019

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Relive ‘Massone da Quaggione’

MONTE MASSONE DA QUAGGIONE

Tanto vento in questi giorni; tanto da far passare la voglia di mettere gli sci. Decido quindi per una bella camminata. Il Massone è una gran bella montagna e regala panorami stupendi, soprattutto se si sale da Quaggione. Il percorso è più lungo e faticoso, ma ne vale assolutamente la pena. Se poi si ritorna, con itinerario ad anello, passando dalla Frera e Bagnone, diventa un vero gitone

Partito da Quaggione, (1255 m), ho seguito il sentiero in falsopiano che aggira il monte Zuccaro e che porta alla base dei Tre Gobbi. Qui il sentiero si impenna, e percorre tutta la ripida dorsale che sale al Cerano (1702 m). Una breve discesa, poi si risale fino al Poggio Croce (1765 m). Ora la discesa è più lunga, e si deve fare attenzione alla neve ghiacciata anche se, per ora, non occorrono i ramponi. Arriviamo così alla Bocchetta di Bagnone (1589 m) e riprendiamo a salire, seguendo più o meno la linea di cresta. Alla Bocchetta del Massone, dove si incontra la mulattiera militare, inizia la neve vera e, dopo un breve tratto, la prudenza consiglia l’uso dei ramponi. Un breve diagonale e siamo alla croce di vetta.

Discesa: dalla croce mi dirigo a S, seguendo la cresta. Rimanendo sull’ampia dorsale, seguo la traccia evidente che scende verso la Loccia. Arrivato al colle sopra alla Frera, ho abbandonato il sentiero per la Loccia e ho seguito quello che, con un ampio giro, porta all’alpe Bagnone. Proseguendo su sentiero ben marcato, sono arrivato all’alpe Morello e, con lunghi saliscendi e dentro e fuori da innumerevoli vallette, sono tornato al sentiero di partenza, alle pendici del monte Zuccaro.

Condizioni: sentiero pulito fino al Poggio Croce, poi la neve si fa sempre più presente. La neve è dura, anche se non c’è ghiaccio. L’itinerario è tutto ben segnalato con i bolli gialli della gara 3M.

Tempo di salita: 3,45 ore comprese le soste; 7,15 per tutto il giro
Dislivello: 1370 m circa
Sviluppo: 16,8 km circa
Difficoltà: EE

Attrezzatura: utili i ramponi

Monte Capio


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VALLE STRONA MONTE CAPIO DA CAMPELLO MONTI
POSA DELLA TARGA IN RICORDO DELL’AMICO GIUSEPPE

Il Monte Capio è una cima un po’ discosta, in quella valle un po’ discosta e selvatica che è la Valle Strona. Proprio per queste caratteristiche è stata scelta, dagli amici del GAM Verta, per porre una targa in ricordo di un caro amico, che ne sapeva apprezzare e ne condivideva il carattere riservato. La moglie Maura e la figlia Chiara sono state accompagnate da molti amici e conoscenti, che hanno voluto presenziare alla semplice ma sentita cerimonia.

Partiti da Campello (1305 m), abbiamo preso la mulattiera che sale ripida in direzione S. Superata con una lunga curva una valletta, la strada lascia il posto ad un sentiero che, tornando a S, porta prima all’alpe Pennino Grande (1530 m) e poi alla Balma (1671 m).
Poco oltre le baite il sentiero si inerpica sul ripido versante, sulla destra orografica, fino ad incontrare il sentiero che, provenendo dalla bocchetta del Crac, conduce al Passo dei Rossi.
Oltre il passo il sentiero si inerpica su terreno inizialmente instabile e, aggirando la rocciosa parete S, porta al rilievo erboso che costituisce la spalla O. Una breve salita porta alla vetta del Monte Capio (2172 m).

In discesa, tornati alla base della spalla erbosa, abbiamo sceso il canale a destra, ripido e franoso, attrezzato con catene in direzione N. Prima di raggiungere il termine del canale, un sentiero ben segnato con vernice biancorossa consente di abbassarsi nella valle di Rimella. Incontrata una larga traccia, abbiamo raggiunto prima una baita isolata e poi il bellissimo alpeggio di Pianello, dove sorge la bella baita del CAI di Borgomanero (1801 m). Una breve risalita ci ha portati alla bocchetta di Rimella (1924 m), dove abbiamo incontrato il comodo sentiero che, in meno di un’ora, ci ha riportati a Campello.

Tempo di salita: 1,45 ore, comprese le soste; 6,30 ore per tutta la gita
Dislivello: 1100 m circa, con le risalite
Sviluppo: 11,5 km circa
Difficoltà: EE
Condizioni: sentiero sempre evidente e ben segnalato. Numerosi cartelli indicatori, ometti e segni di vernice


 

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