Valgrande Faiè e Corte Buè 4 Novembre 2023


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Relive ‘Corte Buè’


Il Faiè è un magnifico punto panoramico che affaccia sui laghi e la bassa Ossola. Ci siamo saliti spesso da Bracchio. Questa volta siamo partiti da Ruspesso, per fare un giro ad anello passando da Corte Buè, quasi un paese, che fino agli anni ’60 ospitava una ventina di famiglie. Oggi molti edifici sono diroccati, ma un bun numero ancora resiste. Una piccola baita è stata adibita a bivacco. Ancora una volta con gli amici del GAM Verta.

Lasciata l’auto al temine della strada per Ompio (940 m circa), passando da Ruspesso, raggiungiamo il rifugio di Ompio. Seguendo un labile sentiero diretto a S, raggiungiamo la dorsale in un punto molto panoramico. (cartello all’inizio del sentiero). Ora il sentiero è più marcato e percorre la dorsale filo alla vetta del Faiè (1352 m), dove ci fermiamo un po’ ad ammirare i laghi sotto di noi. Scendendo dal versante opposto, raggiungiamo la colma di Vercio, per prendere il sentiero che scende nel bosco e porta a Corte Buè (888 m). Dopo una visita a quello che è stato un piccolo paese, con tanto di piazzetta e panchinona panoramica, lasciamo gli amici alle prese con la cucina nel piccolo bivacco e ritorniamo sui nostri passi fino a d un sentiero indicato da un cartello come “direttissimo”. Il sentiero percorre a saliscendi il versante N del Faiè attraversando vari ruscelli tributari del Rio Buè e, dopo dopo aver superato la costa ad un colletto (la Croce, quotato 1110), scendiamo nuovamente a Ompio e poi a Ruspesso.

Tempo di salita: 1, 15 ore per il Faiè, 4,30 ore per la gita
Dislivello: 900 m circa
Sviluppo: 10,7 km circa
Difficoltà: E
Condizioni: sentiero abbastanza pulito e ben segnato. In alcuni tratti è necessaria un po’ di attenzione per non perderlo.


Ossola Bivacco Pozzolo 28/10/2023


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Relive ‘Bivacco Pozzolo’

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Il bivacco Pozzolo è adagiato su un dosso erboso, in posizione molto panoramica, a pochi minuti dall’alpe omonimo. E’ ben attrezzato con stufa e pentole e la legna abbonda; ne abbiamo approfittato per cucinare un’ottima pasta. Ancora una volta con gli amici del GAM Verta.

Lasciata l’auto nei pressi del municipio di Beura (257 m), abbiamo preso la strada che passa tra le case. Dopo pochi metri si abbandona la strada e si prende la mulattiera che sale a sinistra (cartelli). La ripida mulattiera lascia posto al sentiero che attraversa un bel bosco di castagni e incontra gli alpeggi di Fiesco, Vaccareccia e Provo in parte ristrutturati.
Percorso a lungo il crinale, il sentiero attraversa poi il ripido versante in direzione E e raggiunge il fondo del vallone dove scorre un torrente.
Al bivio poco prima del torrente si prende a destra (SO) e si ripercorre il versante in direzione del crinale, che si raggiunge a breve distanza dal Bivacco Pozzolo (1635 m)

Discesa: per lo stesso itinerario

Tempo di salita: 3,40 ore
Dislivello: 1400 m circa
Sviluppo: 12,7 km circa
Difficoltà: E
Condizioni: sentiero abbastanza pulito. In alcuni tratti è necessaria un po’ di attenzione per non perderlo.


Valle Vigezzo La Scheggia 2 Settembre 2023


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Relive ‘La Scheggia’

La Scheggia è la cima più alta della Val Vigezzo, anche se una delle meno frequentate. Fino al rifugio Regi i sentieri sono ben tracciati, anche se molto ripidi; più avanti si cammina su pietraie cosparse di ometti che, più che aiutare a trovare il percorso migliore, spesso confondono. La direzione è comunque evidente e il panorama dalla cima, nuvole permettendo, ripaga della fatica della salita.

Dopo aver lasciato l’auto ad Arvogno, siamo scesi ad attraversare i torrenti, prima su un ponte su travi in ferro, poi su una piccola passerella, nei pressi di una magnifica lanca. Il sentiero inizia a salire e raggiunge le baite di Coier. Proseguendo nella bella faggeta si raggiungono gli alpeggi di Cortino (1352 m) e Anfirn (1524 m). Dirigendoci a N, raggiungiamo il bivio con l’indicazione per il bivacco Regi (1888 m). Il sentiero sale ripido in un rado bosco di larici. Raggiunto il bivacco, chiuso a chiave come tutti i bivacchi della Val Vigezzo, si prosegue su un sentiero che, con un ampio giro in senso antiorario, porta a superare la bastionata rocciosa in un punto facilmente percorribile. Si raggiunge cosi l’ampio spallone della montagna. Il sentiero non sempre è evidente: un po’ di ometti (troppi e non tutti coerenti) aiutano a trovare il percorso migliore, che comunque consente varianti, fino alla vetta (2466 m).

Discesa: Per lo stesso itinerario. Gita molto bella

Tempo salita: 4 ore, comprese le soste.
Dislivello: 1590 m circa, comprese le risalite
Sviluppo: 12,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: buoni sentieri, ben segnalati fino al bivacco Regi: poi ometti e tracce di passaggio.

Valle Antrona Pizzo Mottone 19 Agosto 2023

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Relive ‘Mottone’


Il Mottone è un panettone che si eleva a E del Pizzo del Ton (che avevamo già salito per la divertente cresta E o cresta degli alpini), dal quale è separato dal passo del Mottone e sovrasta i laghi di Trivera. Dalla vetta lo sguardo spazia dalle montagne della Valle Strona, al monte Rosa al Sempione. Anche questa volta con gli amici del GAM di Omegna.

Poco prima della diga di Campliccioli (1300 m circa) troviamo i cartelli che indicano la nostra meta. Non fatevi ingannare dalla tempistica riportata (4,50 ore); in realtà ci vuole molto meno.
Il sentiero è molto ripido e sale nel bosco di larici. Passate alcune baite diroccate, attraversa un rio e, con qualche saliscendi, porta ai resti dell’alpe Colmiglia (1583 m). Riprende quindi a salire ripido. L’esposizione a N rende i sassi scivolosi; fortunatamente nei tratti più impervi sono state poste recentemente delle catene. Arrivati al passo di Trivera (2140 m ca), lo scenario cambia completamente. Nella bella conca sottostante è adagiato il primo lago, che raggiungiamo perdendo un po’ di quota. La salita riprende ora tra pietraie e distese di rododendri e, passando accanto al secondo lago, porta al passo del Mottone (2284 m). Deviando a E, per tracce di sentiero e cercando il percorso più agevole, raggiungiamo l’ampia vetta (2421 m)

Discesa: per lo stesso itinerario, prestando particolare attenzione ai sassi scivolosi

Tempo: 3,10 ore, comprese le soste
Dislivello: 1200 m circa
Sviluppo: 9,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è ben segnato, anche se fino al passo di Trivera è molto ripido e con alti gradini spesso scivolosi. Dal passo dl Mottone si trovano solo poche tracce, ma la direzione è evidente.


Massone da Cortevecchio 5 Agosto 2023

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Relive ‘Massone’


Il Massone, da qualunque versante lo si affronti, presenta sempre panorami stupendi sui laghi e la piana del Toce. Questa volta, con gli amici del GAM di Omegna, siamo saliti da Ornavasso, percorrendo la strada che porta a Cortevecchio.

Approfittiamo dell’apertura della strada che sale da Ornavasso per percorrerne un lungo tratto in direzione di Cortevecchio. Lasciamo le auto all’alpe Frasmatta (970 m) e, passando da Scirombei, raggiungiamo Pogalti (1242 m). Lasciata la strada che prosegue verso Cortevecchio, ci dirigiamo a O e risaliamo il ripido costone che porta alla cima Tre Croci (1872 m). Seguendo la cresta, a tratti ripida e esposta, raggiungiamo la vetta dell’Eyehorn (2131 m). Proseguendo lungo la cresta, ora più agevole, ci dirigiamo verso il Massone (2161 m), non prima di aver visitato i camminamenti che ne aggirano l’anticima.

Discesa: tornati indietro per un breve tratto, ci dirigiamo alla bocchetta di Ornavasso (1904 m) dove prendiamo l’ampio sentiero che conduce al bel rifugio di Cortevecchio. Seguendo un comodo sentiero, ritorniamo a Pogalti, dove ripercorriamo l’itinerario di salita.

Tempo: 4,30 ore, comprese le soste
Dislivello: 130 m circa
Sviluppo: 15,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero non è sempre evidente. Tra cima Tre Croci e Eyehorn ci sono tratti molto ripidi ed esposti, da affrontare con attenzione.


Valle Anzasca Faderhorn -Monte Croce 1 Luglio 2023

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Relive ‘Faderhorn’


Il Faderhorn è la punta più meridionale del crestone che scende dal corno Rosso. Dalla Croce, posta in posizione leggermente più bassa della cima, si gode di un’ampia veduta su Macugnaga, sul ghiacciaio del Belvedere e sulla parete E del Monte Rosa.

Partiamo da Pecetto (1358 m) e risaliamo la strada sterrata in direzione del Burki. Arrivati al muraglione di contenimento del torrente Anza, lo costeggiamo sulla sinistra orografica. La strada lascia il posto a un sentiero, che presto diventa ripido, ed è facilitato nei tratti più esposti da cavi metallici. Raggiunto il sentiero proveniente dall’alpe Jazzi, lo si segue in direzione E. Si percorre l’ampia conca superando vari ruscelli e si arriva al bivacco Hinderbalmo (1950 m). Proseguendo si passa accanto ad una casera, per proseguire a ripidi tornanti. Da qui la croce è ben visibile, ma il sentiero punta più a sinistra, raggiunge le balze rocciose e attraversa sotto a queste per raggiungere la cresta. Restando a destra del filo di cresta, per scomodi massi e facili roccette si scende alla Croce (2475 m).

Ritorno: per lo stesso itinerario

Tempo: 3,15 ore, comprese le soste
Dislivello: 1117 m
Sviluppo: 11,2 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è sempre evidente e ben segnato. Agevolato nei tratti più esposti da cordine metalliche e gradini scalpellati nella roccia


Valgrande Anello dalla Val Loana. Patqueso-Vald-In la Piana-Scaredi-Patqueso 9 e 10 giugno 2023

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Relive ‘Valgrande’


Dopo molti anni riprendiamo la bella consuetudine del GAM, di passare un paio di giorni in Valgrande. Decidiamo per un bel percorso ad anello, nel settore settentrionale del parco.

Partiamo da Patqueso (1034 m), in val Loana e scendiamo ad attraversare il rio del Basso su un ponte in legno. Risaliamo tutta la valle fino all’alpe Erta (1279 m), dove attraversiamo nuovamente il torrente ed entriamo nella val Bondolo. Qui il sentiero sparisce a tratti, ma la direzione è sempre evidente. Poco prima di raggiungere il bivacco, il sentiero volge a O e raggiunge la bocchetta di Vald (1823 m), dove inizia la lunga discesa. Passiamo dal bivacco bruciato, in fase di ricostruzione e scendiamo nel bosco, fino a raggiungere il Rio di Porta Furada, che guadiamo senza difficoltà. Il sentiero ora risale con un lungo diagonale fino all’alpe Basciot (1164 m) per proseguire con vari saliscendi, fino a giungere a In la Piana (959 m)

Ritorno: da in la Piana perdiamo un po’ di quota per andare ad attraversare il torrente e percorriamo un bellissimo sentiero che sale dolcemente all’alpe Portaiola (1293 m) e ai pascoli aperti della Balma. Ora il sentiero si fa più ripido e in breve si individua il tetto dello stallone davanti al bivacco di Scaredi (1842 m), punto più alto della gita. Dopo una lunga pausa iniziamo la discesa in val Loana. Pausa pranzo all’agriturismo e, seguendo prima il sentiero e poi la strada sterrata torniamo a Patqueso.

Tempo: 5,40 ore comprese soste a In la Piana: 5 per il ritorno da Scaredi
Dislivello: 1900 m (950+950 circa)
Sviluppo: 26,6 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è quasi sempre evidente e segnato.


Devero Lago di Brumei 2 Giugno 2023

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Relive ‘Brumei’


Il Lago di Brumei è un piccolo bacino di fusione adagiato al limitare del bosco, in posizione quasi centrale nell’ampio anfiteatro contornato da Pizzo di Croppo Fiorino , Cistella, Diei e Pizzo Brumei. Nelle stagioni siccitose capita di trovarlo asciutto. Grazie alle recenti precipitazioni, oggi il livello dell’acqua era discreto.

Partiamo da Croveo (814 m) e scendiamo ad attraversare il torrente Devero, ammirando le marmitte glaciali. Risaliti sul versante opposto, in breve arriviamo ad Osso, dove inizia la salita su un bel sentiero a tratti attrezzato che porta a Esigo (1175 m). Seguiamo la strada fino ad Agarù (1368 m), dove incrociamo la Veia di squetar, che seguiremo al ritorno. Da qui parte il sentiero che sale a Corte Brumei (1854 m), alle pendici del pizzo omonimo. Con un’ampia curva in direzione S, il sentiero prosegue con vari saliscendi al limitare dell’isoipsa dei 2000 m e arriva al bel laghetto (1967 m)

Discesa: per lo stesso itinerario fino ad Agarù, poi sulla Veia di squetar, che seguiamo fino a Balmelle (1100 m circa). Da Balmelle scendiamo verso Uranzo e, su sentiero poco evidente, torniamo ad incrociare l’itinerario di salita nei pressi di Croveo

Tempo di salita: 4 ore comprese soste: 7 ore per la gita
Dislivello: 1360 m
Sviluppo: 17,6 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è evidente, pulito e segnato. Dal lago è possibile raggiungere la bocchetta di Deccia e realizzare un itineraio ad anello.


Val Vigezzo Monte Mater e Margineta 27 Maggio 2023

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Relive ‘Monte Mater’


Il versante meridionale del Monte Mater, coperto da fitti boschi, scende scosceso su Druogno ed è assai poco antropizzato. I ripidi pendii e le piodate poco si prestano alla monticazione. Uniche tracce di attività umana le baite abbandonate dell’alpe Gora con i suoi prati in via di rimboschimento.

Partiamo da Druogno (830 m), lasciando l’auto al piazzale davanti al Municipio. Dopo pochi metri di strada asfaltata, prendiamo la bella mulattiera che sale fino a Sagrogno. Superato il paese, seguiamo la strada interpoderale fino a un gruppo di baite, dove parte il sentiero (indicazione alpe Gora) che sale ripidissimo lungo la dorsale, seguendo la linea di massima pendenza. Oltre l’alpe Gora (1468 m), il sentiero attraversa il bosco del Montone. Solo negli ultimi metri prima di raggiungere la vetta (2026 m) la pendenza diminusce e consente di riprendere fiato.
Dalla vetta attraversiamo in direzione O perdendo leggermente quota, per risalire poi al monte Margineta (2017 m).

Discesa: iniziamo la discesa in direzione S, seguendo la costa Regada. In questo tratto il sentiero a volte sparisce, ma la direzione è evidente. Seguiamo la dorsale passando dal punto quotato 1564 m e proseguiamo fino ad incrociare il sentiero ben segnalato, che porta all’alpe Piodabella (1140 m). Qui incontriamo la strada sterrata che porta ad Albogno e poi a Sagrogno, dove ritroviamo l’itinerario di salita.

Tempo di salita: 2,40 ore comprese soste: 7 ore per la gita
Dislivello: 1310 m
Sviluppo: 11,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è evidente e segnato fino alla vetta del Mater. Nel tratto fino al Margineta radi segni scoloriti. Nel tratto di discesa nessun segno sino al sentiero che si incontra a quota 1500 m circa.


Valle Antrona Testa dei Rossi Alpe Ogaggia 6 Maggio 2023

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Relive ‘Testa dei Rossi’


Gita per noi nuova, in un angolo della Valle Antrona di grande valore storico, in quanto percorso dall’Autani e che è stato protagonista di una lunga stagione di scavi minerari, dal Medioevo al XIX secolo. Oggi questi versanti sono percorsi anche dalla Val Brevettola skyrace, importante gara di corsa in montagna. Ancora una volta con gli amici del GAM di Omegna.

Partiamo da Valeggia (850 m circa) seguendo per un tratto la strada asfaltata chiusa da una sbarra e poi tagliando i tornanti, seguendo il sentiero C08 . Incrociamo nuovamente la strada a La Motta (1025 m) e proseguiamo fino al bell’ alpeggio di Faiù (1220 m). Qui inizia un lungo diagonale che con vari saliscendi e passando da Pradurino (1338 m), porta alla croce dei Set Frei. Il sentiero diventa ora ripido e sale a tornanti, percorre poi in leggera salita il versante meridionale della Testa dei Rossi e porta al Passo di Ogaggia (1849 m). Da qui il sentiero diventa un’esile traccia che volge a E e percorre i dossi erbosi e, con qualche saliscendi, porta alla vetta (2023 m). Tornati al passo decidiamo di andare a vedere il nuovo, bellissimo bivacco dell’alpe Ogaggia, dedicato ai due ragazzi travolti da una valanga nei pressi della Maderhutte. Gita molto bella.

Discesa: per lo stesso itinerario

Tempo di salita: 3,30 ore circa comprese soste: 7 ore per la gita
Dislivello: 1350 m circa
Sviluppo: 17,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero è pulito e ben tenuto fino all’alpe Ogaggia. Solo una traccia lungo il crestone che porta alla cima.