Val Vigezzo Monte Mater e Margineta 27 Maggio 2023

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Relive ‘Monte Mater’


Il versante meridionale del Monte Mater, coperto da fitti boschi, scende scosceso su Druogno ed è assai poco antropizzato. I ripidi pendii e le piodate poco si prestano alla monticazione. Uniche tracce di attività umana le baite abbandonate dell’alpe Gora con i suoi prati in via di rimboschimento.

Partiamo da Druogno (830 m), lasciando l’auto al piazzale davanti al Municipio. Dopo pochi metri di strada asfaltata, prendiamo la bella mulattiera che sale fino a Sagrogno. Superato il paese, seguiamo la strada interpoderale fino a un gruppo di baite, dove parte il sentiero (indicazione alpe Gora) che sale ripidissimo lungo la dorsale, seguendo la linea di massima pendenza. Oltre l’alpe Gora (1468 m), il sentiero attraversa il bosco del Montone. Solo negli ultimi metri prima di raggiungere la vetta (2026 m) la pendenza diminusce e consente di riprendere fiato.
Dalla vetta attraversiamo in direzione O perdendo leggermente quota, per risalire poi al monte Margineta (2017 m).

Discesa: iniziamo la discesa in direzione S, seguendo la costa Regada. In questo tratto il sentiero a volte sparisce, ma la direzione è evidente. Seguiamo la dorsale passando dal punto quotato 1564 m e proseguiamo fino ad incrociare il sentiero ben segnalato, che porta all’alpe Piodabella (1140 m). Qui incontriamo la strada sterrata che porta ad Albogno e poi a Sagrogno, dove ritroviamo l’itinerario di salita.

Tempo di salita: 2,40 ore comprese soste: 7 ore per la gita
Dislivello: 1310 m
Sviluppo: 11,5 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: il sentiero è evidente e segnato fino alla vetta del Mater. Nel tratto fino al Margineta radi segni scoloriti. Nel tratto di discesa nessun segno sino al sentiero che si incontra a quota 1500 m circa.


Valle Antrona Testa dei Rossi Alpe Ogaggia 6 Maggio 2023

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Relive ‘Testa dei Rossi’


Gita per noi nuova, in un angolo della Valle Antrona di grande valore storico, in quanto percorso dall’Autani e che è stato protagonista di una lunga stagione di scavi minerari, dal Medioevo al XIX secolo. Oggi questi versanti sono percorsi anche dalla Val Brevettola skyrace, importante gara di corsa in montagna. Ancora una volta con gli amici del GAM di Omegna.

Partiamo da Valeggia (850 m circa) seguendo per un tratto la strada asfaltata chiusa da una sbarra e poi tagliando i tornanti, seguendo il sentiero C08 . Incrociamo nuovamente la strada a La Motta (1025 m) e proseguiamo fino al bell’ alpeggio di Faiù (1220 m). Qui inizia un lungo diagonale che con vari saliscendi e passando da Pradurino (1338 m), porta alla croce dei Set Frei. Il sentiero diventa ora ripido e sale a tornanti, percorre poi in leggera salita il versante meridionale della Testa dei Rossi e porta al Passo di Ogaggia (1849 m). Da qui il sentiero diventa un’esile traccia che volge a E e percorre i dossi erbosi e, con qualche saliscendi, porta alla vetta (2023 m). Tornati al passo decidiamo di andare a vedere il nuovo, bellissimo bivacco dell’alpe Ogaggia, dedicato ai due ragazzi travolti da una valanga nei pressi della Maderhutte. Gita molto bella.

Discesa: per lo stesso itinerario

Tempo di salita: 3,30 ore circa comprese soste: 7 ore per la gita
Dislivello: 1350 m circa
Sviluppo: 17,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero è pulito e ben tenuto fino all’alpe Ogaggia. Solo una traccia lungo il crestone che porta alla cima.


 

Mottarone da Gravellona

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Relive ‘Mottarone da Gravellona’


Il Mottarone è la montagna di casa e l’abbiamo salita da tutti i versanti. Ci mancava solo il breve tratto tra Gravellona e l’alpe Colma. Abbiamo approfittato di una giornata di pausa dallo sci per colmare questa lacuna.

Da Gravellona si prende via Granerolo, che risale la Val Guerra. Dopo un breve tratto si incontra una stradina che sale a sinistra, chiusa da una sbarra (cartello indicatore VN1). La strada sale ripida e si restringe fino a diventare un sentiero e, seguendo la dorsale, porta all’alpe Colma (920 m). Proseguendo nel bosco, il sentiero attraversa il letto del rio Grisolo e sale ripido al Costone dell’Agnella. Da qui supera una piccola pineta e percorre una lunga diagonale fino all’alpe Nuovo (1204 m). Attraversato il torrente Selva Spessa su un bel ponticello, risaliamo il vecchio tracciato della pista Corti fino al piazzale N. Da qui una stradina in cemento, costeggiando la pista baby 2, porta rapidamente in vetta.

Discesa: dalla vetta scendiamo lungo il baby 1 fino al piazzale O e proseguiamo verso il pian dei milanesi. Superato il bacino per l’innevamento artificiale, prendiamo la stradina che porta verso lo skilift della rossa: poco oltre, proprio sulla dorsale, si trova il bivio per Gravellona (cartello). Scendiamo in direzione della cima Cusio e proseguiamo per un tratto fina alla cima delle Guide (libro di vetta), seguendo i bolli blu. Tornati sui nostri passi fino al colle delle Capre, dove si scende nella valle del rio dell’Inferno per raggiungere alcune via di arrampicata, ritroviamo il sentiero con i segni bianco rossi, che scende verso N e porta all’alpe Colma. Poco oltre l’alpe abbiamo preso il bivio a sinistra e seguito il ripido sentiero per Granerolo: Attraversato il paese, abbiamo percorso un paio di chilometri di strada asfaltata per tornare all’auto

Tempo di salita: 3,15 ore circa comprese soste. 6/7 ore per l’intero giro
Dislivello: 1300 m circa
Sviluppo: 17,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero di salita è stato in gran parte pulito per una gara di corsa in montagna. Ancora numerosi nastri di plastica sul percorso, che spero vengano rimossi. Il sentiero di discesa è ben segnalato e pulito fino all’alpe Colma. Un po’ più sporco verso Granerolo. Bella gita.


Val Bognanco Cima Lariè 8 Aprile 2023

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Relive ‘Cima Lariè’


Il Lariè è una cima poco rilevata della costiera che separa la val Bognanco dal vallone di Andromia. L’itinerario percorre il versante meridionale della montagna, disseminato di begli alpeggi. Il recente incendio li ha, fortunatamente, solo lambiti. Il sentiero si snoda per un buon tratto tra ginestre e alberi bruciacchiati, che comunque stanno rimettendo foglie nuove.

Partiamo Monteossolano (784 m), bella frazione di Domodossola, lasciando le auto nel piccolo parcheggio all’ingresso del paese. Attraversato l’abitato, lasciamo quasi subito la strada che sale all’alpe Pertus e prendiamo il sentiero che sale ripido nel bosco. Raggiungiamo rapidamente l’alpe Reso (1225 m) e proseguiamo in direzione dell’alpe Spino (1550 m): nella faggeta il sentiero è invaso dalle foglie e bisogna camminare con attenzione.
Usciamo dal bosco nei pressi dell’alpe Campo (1860 m) e decidiamo di proseguire in direzione E, per prendere la cresta nei pressi della croce del Pizzo Crogna. Da qui, seguendo il facile crestone, raggiungiamo la cima del Lariè (2144 m)

Discesa: percorso a ritroso un tratto della cresta, prendiamo il ripido sentiero che, tra i rododendri e radi larici, scende direttamente all’alpe Campo. Seguiamo l’itinerario di salita fino all’alpe Reso, per prendere poi la mulattiera che passa dall’alpe Pertus e da qui torniamo a Monteossolano.

Tempo di salita: 3,30 ore circa comprese soste
Dislivello: 1360 m circa
Sviluppo: 13 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero è stato in gran parte pulito dall’incendio. Il tratto nella faggeta è invece reso disagevole dalle abbondanti foglie che lo rendono anche piuttosto insidioso. Il tratto dall’alpe Campo alla croce del pizzo Crogna è privo di sentiero, ma la direzione è evidente.

Bellissima gita con gli amici del GAM di Omegna


Lago di Andromia 26 Novembre 2022

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Abbiamo sempre ammirato il lago di Andromia dall’alto, dalla cima del Lariè e ogni volta ci siamo ripromessi di farci una gita. Finalmente abbiamo avuto l’occasione per andarlo a visitare da vicino. Questo itinerario è contraddistinto da due parti nettamente contrastanti: una prima parte, sul versante ossolano, caratterizzato da un ripido bosco di castagni prima e poi di faggi e la parte superiore, nel vallone del Rio Deseno, una valle pensile tributaria del rio Bogna, costellata di alpeggi adagiati su dolci pendii attorniati dai larici.

Partiamo da Canei (455 m), seguendo il sentiero che sale ripidissimo nel bosco, tagliando la strada asfaltata. La salita è sempre molto ripida e porta all’alpe Rolo e poi a Onzo (811 m). Il sentiero è coperto dalle foglie e mal segnalato e spesso si perde. Ripresa la strada arriviamo all’alpe di Fuori (1531 m) e il panorama si apre sui bellissimi pascoli. Ci si addentra nella valle e si raggiunge l’alpe di Dentro (1702 m). Qui lasciamo la strada e seguiamo una traccia che prosegue sul fondovalle ma si perde poco dopo, costringendoci a una faticosa risalita tra i rododendri per ritrovare la strada. Poco oltre arriviamo al bellissimo alpeggio di Andromia (1855 m). Aggirando a destra il rilievo alle spalle dell’alpe, in pochi minuti arriviamo al lago (1929 m). Gita lunghetta e molto bella.

Discesa: seguendo la strada

Tempo di salita: 3,30 ore circa comprese soste all’alpe: 10 minuti al lago
Dislivello: 1500 m circa
Sviluppo: 17,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero è spesso poco visibile, a causa delle abbondanti foglie che lo rendono anche piuttosto insidioso. Anche per questo motivo, al ritorno, abbiamo preferito seguire quasi interamente la strada asfaltata.


 

Croveo-Agaro-Devero 12 Novembre 2022

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Sono sempre stato affascinato dai Walser, dalle loro belle costruzioni, dal mito del popolo delle montagne.
A questo si aggiunge l’alone di mistero che avvolge il villaggio di Agaro sommerso dalle acque del lago, con la costruzione della diga. Sono rimasti una serie di alpeggi in posizione molto panoramica, collegati da buoni sentieri che è sempre piacevole percorrere, soprattutto con i bei colori dell’autunno.

Partiamo da Croveo (814 m), seguendo una mulattiera che sale nel bosco fino al caseggiato di Beola. Al bivio prendiamo a destra, in direzione di Cima Chioso (965m) Da qui prendiamo il sentiero che si dirige a NNO, toccando gli abitati di Mollio e Suzzo e prosegue con un lungo traverso fino alla diga di Agaro (1599 m). Attraversata la diga, prendiamo il sentiero che parte dietro alle case e risaliamo il ripido versante. Superato Corte Verde la pendenza diminuisce e il sentiero percorre il versante sotto al caratteristico monolito del Pizzo Nava. Passando alti sopra all’alpe Nava, risaliamo il vallone per riprendere il sentiero che corre parallelo alla cresta della Corona Troggi, poco sopra i 2000 m di quota. Prima che questo salga al piano del lago di Sangiatto, deviamo a O, e iniziamo la breve discesa che ci porta all’alpe Fontane e poi a Cologno, dove avevamo portato alcune auto

Tempo di salita: 3 ore circa comprese soste alla diga, 5,30 ore per la gita
Dislivello: 1450 m circa
Sviluppo: 12 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: itinerario ben segnalato e pulito. Il sentiero si perde solo per un breve tratto nei pressi dell’alpe Nava, ma la direzione è sempre evidente.


 

Val Vigezzo Cima Trubbio 6 Novembre 2022

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La recente nevicata e l’abbassamento della temperatura limita un po’ la possibilità di scelta. Decidiamo per una meta non troppo elevata e esposta a S. La Val Vigezzo ci offre una bella scelta di itnerari e decidiamo per il Trubbio, vetta panoramica e di facile accesso.

Partiamo da Craveggia, lasciando le auto nel piccolo parcheggio all’inizio della strada che porta al Blitz (900 m). La strada poderale sale ripida ad larghi tornanti, La vecchia mulattiera taglia i tornanti i consente di guadagnare rapidamente quota. L’itinerario si mantiene ai margini dei prati e passa dall’alpe Fontana (1160 m). Con una serie infinita di tornanti si esce dal bosco a quota 1635 m circa, dove facciamo una breve deviazione per ammirare il bellissimo balcone su cui sorge l’oratorio di San Rocco.
Tornati sui nostri passi, superiamo le belle baite della colma, abbandoniamo la strada che prosegue in piano e saliamo il pendio in direzione del punto quotato 1851 m. Aggirato seguendo la strada il dosso quotato 1879, scendiamo al colletto che separa quest’ultimo dalla cima del Trubbio.
Risalendo il pendio senza percorso obbligato, raggiungiamo la vetta (2062 m),

Discesa: tornati al colletto, scendiamo lungo la pista fino ad incontrare la strasine che porta alla piana. Da qui abbiamo seguito il sentiero, percorribile anhe in MTB, che passa dall’alpe Monte Nero e porta a Vocogno. Un breve tratto di strada asfaltata ci ha riportati alle auto.

Tempo di salita: 3 ore circa comprese soste e deviazioni; 5 ore per la gita
Dislivello: 1100 m circa
Sviluppo: 12,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: itinerario evidente fino alla Colma, poi tracce di sentiero parzialmente nascosto dalla poca neve caduta nei giorni scorsi. Sul pendio finale la neve è più abbondante ma non crea problemi. Dalla Piana scarsi segnali escursionistici, mentre sono presenti quelli per le MTB


 

Valle Anzasca Pizzetto 29 Ottobre 2022

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Il Pizzetto è una cima che siamo più abituati a frequentare in inverno, quando la situazione dell’innevamento non consente mete più ambiziose. L’itinerario estivo è una bella sorpresa, completata da un giro ad anello che ci ha portati a percorrere la bella valle Olocchia.

Partiamo da Soi di Dentro (993 m) e risaliamo i ripidi prati e poi l’altrettanto ripido bosco che porta a Pianezzo (1201 m). Il sentiero prosegue sempre sostenuto nella faggeta, aggira il rilievo quotato 1584 m e si ricongiunge all’itinerario scialpinistico. Da qui, passando da Villa Simonini, abbiamo seguito quasi integralmente l’ampia dorsale fino alla vetta (1879 m)

Discesa: proseguendo in cresta siamo arrivati ad una bella conca, per proseguire poi nella stessa direzione. Il sentiero taglia il ripido pendio e arriva all’alpe Curtet (1651 m). Con una svolta di 180° seguiamo il sentiero che percorre il fondo della valle Olocchia fino all’alpe Cangelli (1384 m). Per evitare di scendere direttamente alla strada, affrontiamo una breve risalita e un lungo traverso che ci portano all’alpe Bargiga (1342 m) e a Pianezzo, dove troviamo il ripido sentiero che ci riporta all’alpe Soi. Bella gita.

Tempo di salita: 2,10 ore circa; 5,30 ore per la gita
Dislivello: 1100 m circa
Sviluppo: 11 km circa
Difficoltà: EE

Condizioni: itinerario evidente ben segnalato fino all’alpe Pregima. da qui si segue la dorsale, senza percorso obbligato. Dalla vetta si ritrovano buoni sentieri, a volte un po’ insidiosi per via del nardo.


Devero Monte Sangiatto 22 Ottobre 2022

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Frequentiamo il Devero in ogni stagione, ma ogni volta rimaniamo incantati dalla bellezza dei luoghi e dai meravigliosi colori che ogni stagione sa regalarci. Questa volta siamo andati al Sangiatto, gita tranquilla e panoramica, ideale per ammirare e fotografare i colori autunnali.

Partiamo da Devero (1631 m) e ci dirigiamo a corte d’Ardui (1760 m) seguendo il corso del torrente Devero. Risalito il ripido valloncello, attraversiamo il torrente Sangiatto e incontriamo la strada sterrata che ci porta all’alpe Sangiatto (2010 m). Aggirato il risalto quotato 2076 m, risaliamo il pendio fino alla bocchetta di Scarpia (2248 m). Il sentiero si dirige a S, per tagliare poi in diagonale il ripido pendio e raggiungere il segnale di vetta (2387 m).

Discesa: per lo stesso itinerario fino alla strada sotto all’alpe Sangiatto. Arrivati al tornante, abbandoniamo la strada e seguiamo il sentiero che porta a Crampiolo (1767 m). Dopo una breve sosta ci dirigiamo verso Vallaro e, passando da Cantone, torniamo a Devero

Tempo di salita: 2,10 ore circa; 5 ore per la gita
Dislivello: 800 m circa
Sviluppo: 12 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: itinerario evidente e sempre ben segnalato su buoni sentieri.


Monte Mazzoccone (L’Aquila) da Cireggio 8 Ottobre 2022

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Dopo oltre due mesi di riposo forzato, riprendiamo le escursioni con un facile e panoramico itinerario sulle montagne di casa

Partiamo da Cireggio (367 m), frazione di Omegna e imbocchiamo il Sentiero Beltrami, che parte accanto al circolo, bella mulattiera che sale nel bosco di castagni. La strada lastricata sale a lenti tornanti, passando per il bellissimo santuario del Fontegno, risalente al XVII secolo e prosegue in direzione di Quarna Sopra, incontrando numerose cappelle votive. Arrivati alla strada asfaltata nei pressi del belvedere, saliamo al paese e lo attraversiamo, per prendere la strada sterrata che sale verso NO, in direzione dell’alpe Preer. Qui prendiamo il sentiero sulla destra e poi il bivio a sinistra per il colle della Frera (1120 m). Il sentiero sale ripido tra felci e betulle e porta alla Cappella di Saccarello (1228 m). Da qui si segue la dorsale, aggirando le difficoltà, a volte aiutati da alcune catene, fino al monumento di vetta, sormontato da un’aquila (1424 m).

Discesa: proseguendo lungo la dorsale in direzione del Col di Stobj, poco prima di raggiungerlo (bocchetta della Luera 1310 m, cartello segnaletico) abbiamo preso un sentiero tra le felci che ci ha portati all’alpe Camasca. Una larga mulattiera prende il posto del sentiero e, passando dagli alpi Ruschini e Barca, ci riporta a Preer, dove ritroviamo l’itineraio di salita

Tempo di salita: 2,45 ore circa; 5.30 ore per la gita
Dislivello: 1100 m circa
Sviluppo: 12,5 km circa
Difficoltà: EE,

Condizioni: itinerario sempre ben segnalato. Attualmente le felci sono state tagliate e il sentiero pulito in vista del vertical.