Mottarone da Gravellona

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Relive ‘Mottarone da Gravellona’


Il Mottarone è la montagna di casa e l’abbiamo salita da tutti i versanti. Ci mancava solo il breve tratto tra Gravellona e l’alpe Colma. Abbiamo approfittato di una giornata di pausa dallo sci per colmare questa lacuna.

Da Gravellona si prende via Granerolo, che risale la Val Guerra. Dopo un breve tratto si incontra una stradina che sale a sinistra, chiusa da una sbarra (cartello indicatore VN1). La strada sale ripida e si restringe fino a diventare un sentiero e, seguendo la dorsale, porta all’alpe Colma (920 m). Proseguendo nel bosco, il sentiero attraversa il letto del rio Grisolo e sale ripido al Costone dell’Agnella. Da qui supera una piccola pineta e percorre una lunga diagonale fino all’alpe Nuovo (1204 m). Attraversato il torrente Selva Spessa su un bel ponticello, risaliamo il vecchio tracciato della pista Corti fino al piazzale N. Da qui una stradina in cemento, costeggiando la pista baby 2, porta rapidamente in vetta.

Discesa: dalla vetta scendiamo lungo il baby 1 fino al piazzale O e proseguiamo verso il pian dei milanesi. Superato il bacino per l’innevamento artificiale, prendiamo la stradina che porta verso lo skilift della rossa: poco oltre, proprio sulla dorsale, si trova il bivio per Gravellona (cartello). Scendiamo in direzione della cima Cusio e proseguiamo per un tratto fina alla cima delle Guide (libro di vetta), seguendo i bolli blu. Tornati sui nostri passi fino al colle delle Capre, dove si scende nella valle del rio dell’Inferno per raggiungere alcune via di arrampicata, ritroviamo il sentiero con i segni bianco rossi, che scende verso N e porta all’alpe Colma. Poco oltre l’alpe abbiamo preso il bivio a sinistra e seguito il ripido sentiero per Granerolo: Attraversato il paese, abbiamo percorso un paio di chilometri di strada asfaltata per tornare all’auto

Tempo di salita: 3,15 ore circa comprese soste. 6/7 ore per l’intero giro
Dislivello: 1300 m circa
Sviluppo: 17,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: il sentiero di salita è stato in gran parte pulito per una gara di corsa in montagna. Ancora numerosi nastri di plastica sul percorso, che spero vengano rimossi. Il sentiero di discesa è ben segnalato e pulito fino all’alpe Colma. Un po’ più sporco verso Granerolo. Bella gita.


Monte Mazzoccone (L’Aquila) da Cireggio 8 Ottobre 2022

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Dopo oltre due mesi di riposo forzato, riprendiamo le escursioni con un facile e panoramico itinerario sulle montagne di casa

Partiamo da Cireggio (367 m), frazione di Omegna e imbocchiamo il Sentiero Beltrami, che parte accanto al circolo, bella mulattiera che sale nel bosco di castagni. La strada lastricata sale a lenti tornanti, passando per il bellissimo santuario del Fontegno, risalente al XVII secolo e prosegue in direzione di Quarna Sopra, incontrando numerose cappelle votive. Arrivati alla strada asfaltata nei pressi del belvedere, saliamo al paese e lo attraversiamo, per prendere la strada sterrata che sale verso NO, in direzione dell’alpe Preer. Qui prendiamo il sentiero sulla destra e poi il bivio a sinistra per il colle della Frera (1120 m). Il sentiero sale ripido tra felci e betulle e porta alla Cappella di Saccarello (1228 m). Da qui si segue la dorsale, aggirando le difficoltà, a volte aiutati da alcune catene, fino al monumento di vetta, sormontato da un’aquila (1424 m).

Discesa: proseguendo lungo la dorsale in direzione del Col di Stobj, poco prima di raggiungerlo (bocchetta della Luera 1310 m, cartello segnaletico) abbiamo preso un sentiero tra le felci che ci ha portati all’alpe Camasca. Una larga mulattiera prende il posto del sentiero e, passando dagli alpi Ruschini e Barca, ci riporta a Preer, dove ritroviamo l’itineraio di salita

Tempo di salita: 2,45 ore circa; 5.30 ore per la gita
Dislivello: 1100 m circa
Sviluppo: 12,5 km circa
Difficoltà: EE,

Condizioni: itinerario sempre ben segnalato. Attualmente le felci sono state tagliate e il sentiero pulito in vista del vertical.


Monte Mazzarone Viva le donne 26 marzo 2022

Il Mazzarone è una modesta cima che si eleva sulla lunga dorsale che scende a S del Mottarone. Sul suo versante O, di magnifico granito come tutto il massiccio del Mottarone, sono state chiodate alcune vie interessanti. Oggi abbiamo provato Viva le donne.

Da Luciago si prende il sentiero che sale a sinistra dell’albergo, seguendo le indicazioni per il Sass dell’Om. Pochi metri prima di raggiungere il Sasso, un incredibile monolito che sfida la gravità, si segue il sentiero a destra, in discesa. Dopo aver superato un ruscello, ora secco, si attraversano altri tre canali asciutti. Risalendo il ripido bosco alla destra del terzo canale (sinistra orografica), si raggiunge l’attacco di Anaconda. Proseguendo la salita si attraversa verso sinistra alla fine del canale, in direzione del roccione su cui si sviluppano i primi tiri di Anaconda. Da qui si traversa a destra, dove si incontra l’attacco di PGB e poi Viva le donne. Scritta quasi invisibile all’attacco.

Chiodatura ottima a fix.

Difficoltà: 6a+ 5c/A0
Materiale: 10 rinvii – corda da 60 metri
Sviluppo: 100 m circa
Tempo di salita: 45 minuti all’attacco; 1,30 ore per la via

L1 35 m 5a: placca su spigolo arrotondato.
L2 25 m 5b: placca e uscita tra l’erba
L3 25 m 5b: partenza su strapiombino ben appigliato, seguito da un passo delicato; più facile a sinistra.
Un breve diagonale in discesa sulla destra porta all’attacco del 4° tiro.
L4 27 m 6a+: è il tiro chiave, nettamente più difficile degli altri ma spittato corto. Evitabile risalendo il pendio a sinistra della placca.

Dalla fine della via si risale il bosco fino alla vetta del Mazzarone su tracce di sentiero. Da qui si scende sul versante opposto fino a raggiungere la strada asfaltata e, in breve, Luciago.

Bibliografia: A. Paleari, Il Mottarone, Monte Rosa Edizioni


Mottarone da Gignese 28 Novembre 2021


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Relive ‘Morning Nov 28th’

Il Mottarone è la montagna di casa, ma gli accessi sono così tanti e così vari, da mostrarsi sempre con un aspetto diverso. Questa volta abbiamo scelto di partire da Gignese, con un percorso lungo e indiretto,che aggira il monte del Falo per arrivare in vetta.

Dopo aver lasciato l’auto a Gignese (670 m), nei pressi dell’agriturismo La Miniera, abbiamo preso la mulattiera che parte ripida in direzione S. Lasciato sulla destra il sentiero che porta al Monte Falò e proseguiamo in falsopiano in direzione SO, raggiungendo Coiromonte (810 m). Seguendo le indicazioni per le Tre Montagnette, seguiamo la strada sterrata che porta alla baita isolata dell’alpe Vaighella. La strada supera il monte Falò e conduce all’alpe Guasto con vari saliscendi, per riprendere poi a salire e arrivare alla strada asfaltata. Seguendo la stradina che la costeggia, abbiamo aggirato il tornante e risalito il bosco senza percorso obbligato, per incrociare nuovamente la strada e incontrare il sentiero che sale da Cortano, che abbiamo seguito fino in vetta (1491 m).

Discesa: per lo stesso itinerario fino al tornante sopra Cortano (1100 m ca.). Da qui abbiamo preso la strada sterrata che scende al colle del Termine (1001 m). Il sentiero prende il posto della stradina, e prosegue con vari saliscendi, raggiungendo i ruderi dell’alpe Tuja poi la bella costruzione dell’alpe di Marta e l’alpe Pirio (921 m). Poco oltre si comincia a scendere, e in breve si torna a Gignese, a poca distanza dal luogo di partenza. Gita molto bella, varia e panoramica

Tempo salita: 4 ore, comprese le soste. 2/2,30 ore per la discesa.
Dislivello: 1000 m circa, comprese le risalite
Sviluppo: 21,5 km circa
Difficoltà: E

Condizioni: stradine sterrate e buoni sentieri, non sempre ben segnalati, ma basta po’ di attenzione per non perdersi.

Valstrona Punta dello Sciatore 13 Marzo 2021


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Relive ‘Punta Sciatori’

Approfittiamo dell’ultimo week end con un minimo di libertà per fare una bella gita. Anche questa è una meta insolita, ad una cima il cui nome è tramandato dai frequentatori locali, ma che non si trova sulle carte. Si tratta comunque di una gita bellissima, in un angolo di Valstrona poco conosciuto. La strada per Campello in inverno non viene pulita e, anche se la neve non è continua, le valanghe scese dai canali la rendono impercorribile dalle auto.

Da Forno si segue la strada per Campello fin dove possibile. Oggi siamo arrivati ad un chilometro circa dalla Piana di Forno (1000 m circa). Lasciata l’auto in uno slargo della strada, abbiamo messo gli sci sullo zaino fino al cimitero di Campello, dove la neve diventa costante. Raggiunto il paese, siamo scesi al torrente, lo abbiamo attraversato sui resti dì una valanga e ci siamo inoltrati lungo la mulattiera che sale all’alpe Pennino. Quando questa, attraversato il torrente, volge a E, la si abbandona e si risale il ripido pendio, in direzione S. Proseguendo il pendio si incunea in un ampio canale, che sfocia in un tratto aperto e pianeggiante. Percorso il pianoro, ci si alza nuovamente in un altro canale, che porta alla bocchetta del Crac. Deviando a destra, si supera un breve risalto un po’ ostico e si esce sui pendii sommitali, in vista della cima. Raggiunta la bocchetta dove si lasciano gli sci, si percorrono a piedi gli ultimi 10 metri che portano in vetta (2060 m)

Discesa: dalla cima ci siamo diretti a NO, seguendo bellissimi pendii e ampi canali. Un tratto a mezzacosta ci ha portati all’alpe Penninetto, dove abbiamo scollinato, per scendere in direzione dell’alpe del Vecchio. Raggiunto il ponticello sulla Strona, in breve siamo tornati a Campello. Gitona!

Tempo di salita: 4 ore
Dislivello: 1100 m circa con le risalite
Sviluppo: 13,5 km circa tutto il giro
Difficoltà: AD-

Condizioni: lasciata la strada, la neve è abbondante. La salita alla bocchetta del Crac è a tratti molto ripida e soggetta a valanghe. Deve essere percorsa solo in condizioni assolutamente sicure. Neve trasformata in salita (utili i coltelli) e polverosa e bellissima su tutto l’itinerario di discesa.


Valle Strona Monte Croce da Fornero 9 Gennaio 2021


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Relive ‘Monte Croce da Fornero’

Anche questa è una gita insolita, che non sempre si può effettuare a causa della partenza a bassa quota; ma quando ci sono le condizioni, è una chicca che non ci si deve lasciar sfuggire. Il bosco esposto a N è garanzia di neve polverosa, nonostante la quota modesta.

Dal parcheggio di accanto alla chiesa di Fornero (590 m), si prende la ripida stradina asfaltata che sale in direzione E. Dopo un paio di tornanti la strada spiana e passata una bella chiesetta, si inoltra nella valle, raggiungendo l’alpe Foglia. Da qui si procede nel bel bosco di faggi, seguendo le marche bianco rosse del sentiero estivo. Si esce dal bosco al Co di Strobj, a quota 1265 m, quando si incontra la strada che proviene da Camasca. La si percorre per un tratto, in leggera discesa, fino alla bocchetta di Valfoglia, dove si lascia la strada che prosegue verso il colle del Ranghetto e si risale sulla destra la dorsale della montagna.
Dopo un breve tratto in diagonale, si raggiunge la cresta, inizialmente abbastanza angusta e che obbliga a numerose inversioni ravvicinate. A mano a mano che si sale la dorsale si amplia e la pendenza diminuisce, per arrivare al bel pendio sommitale, ampio e aperto (1643 m).

Discesa: per lo stesso itinerario, con possibili varianti nella faggeta, sufficientemente rada da consentire di sciare con pieno divertimento.

Tempo di salita: 3,10 ore
Dislivello: 1100 m circa con le risalite
Sviluppo: 12,5 km circa andata e ritorno
Difficoltà: PD

Condizioni: neve abbondante fin dalla partenza. Si calzano gli sci all’uscita del paese. Neve polverosa su tutto il percorso; anche nel tratto sommitale, a patto di non spostarsi mai sui versanti S sotto alla vetta, dove il sole ha già modificato il manto nevoso.


Mottarone Anello da Granerolo 6 Giugno 2020

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MOTTARONE DA GRANEROLO

Prima uscita post COVID con gli amici del GAM Verta. La scelta cade sul Mottarone, che offre numerose varianti di salita, e su un itinerario insolito, con partenza da Granerolo.

Dal parcheggio all’ingresso del paese (373 m), una stradina asfaltata sale in direzione NE. Superata una strada sterrata, si sale su bel sentiero in mezzo al bosco. Intorno a quota 900 m si incontra il sentiero che proviene da Gravellona. Poco oltre ci sono le baite dell’alpe Colma (920 m). Il sentiero ora volge a S e segue il costone che separa il rio Granerolo dal rio Grisolo. Superata la cima Cusio, il sentiero si dirige verso lo skilift la Rossa e incontra la strada che porta al piazzale. Pochi minuti di salita accanto allo skilift del Baby e si arriva alla grande croce di vetta (1491 m).

Discesa: dalla croce siamo tornati al piano dei milanesi e al laghetto artificiale. Seguendo la strada della cava, abbiamo preso il bel sentiero panoramico che scende all’alpe Bertogna. Dall’alpe, nei pressi di un traliccio dell’alta tensione, si stacca sulla destra un bel sentiero che, con vari saliscendi, porta ad attraversare il rio Inferno. Qui si incontrano i resti della decauville che portava i blocchi di granito dalla cava a Granerolo. E’ un’opera impressionante, costruita con blocchi di granito con funzione di traversine e rilevati in pietra dove il terreno crea avvallamenti. Questo tratto del sentiero, abbandonato per lungo tempo, è stato recentemente magnificamente pulito e ripristinato dagli Gnomi del Mastrolino.

Condizioni: sentiero pulito e ben segnalato . fino a Bertogna. Da qui a Granerolo non ci sono cartelli indicatori, ma il percorso è sempre evidente. L’attraversamento del rio Inferno può essere problematico in caso di forti precipitazioni

Tempo di salita: 2,45 ore comprese le soste; 6 per tutto il giro
Dislivello: 1300 m circa
Sviluppo: 14 km circa
Difficoltà: E

Mottarone Ferrata dei Picasass 31 Dicembre 2019

MOTTARONE FERRATA DEI PICASASS DA BAVENO

Non c’è modo migliore per finire l’anno, di questa bella e facile ferrata, con vista mozzafiato sulle isole borromee.

Dall’uscita dell’autostrada seguire le indicazioni per il campeggio La Tranquilla e poi la stretta strada che sale ripida sulla destra, con l’indicazione CAI “Monte Camoscio” Lasciare l’auto al termine della strada asfaltata.

Seguire il sentiero per il monte Camoscio, fino a un bivio con le indicazioni per la ferrata, che si snoda sul versante occidentale del monte Camoscio. La roccia è il bellissimo granito rosa del Mottarone e in molti tratti si utilizza la sua naturale aderenza, alternata a numerosi gradini in acciaio. La via è abbastanza esposta ma non difficile, con un solo passaggio leggermente strapiombante e un po’ più impegnativo ad un terzo circa del percorso. Alla fine della ferrata c’è anche un divertente ponte tibetano, che è comunque possibile aggirare.

Discesa: dalla croce, prendere il sentiero con segni bianco rossi che scende a sinistra e seguirlo fino ad ritrovare il sentiero di salita.

Tempo di salita: 40 minuti avvicinamento, 1,15 ore per la ferrata; 45 minupi per la discesa

Mottarone Anello da Bertogna 29 Dicembre 2019

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MOTTARONE DA OMEGNA BERTOGNA

Dopo pranzi e cene delle feste, sta diventando tradizione una bella camminata sulla montagna di casa.

Partito da Omegna (270 m), località la Verta, si percorre via Bertogna e poi via Ronco. Attraversato il gruppo di case, si incontra a destra il sentiero che sale nel bosco e porta ad un primo alpeggio. Continuando la salita nel bosco, con qualche affaccio panoramico su Omegna e il lago, si arriva all’alpe Bertogna (283 m). Il sentiero prosegue nel bosco, facendosi più ripido, e si porta sul versante del rio Inferno. Da qui si possono ammirare i pilastri occidentali del Mottarone, con vie di arrampicata di notevole impegno. Superato un bel bosco di betulle, il terreno si fa più aperto e il panorama sul lago d’Orta è magnifico. Il sentiero ora si porta verso la Rossa, risalendo il settore boulder del Sasso Rana, e incontra la strada della cava, che porta al laghetto artificiale e al piazzale. Pochi minuti di salita accanto allo skilift del Baby e si arriva alla grande croce di vetta (1491 m).

Discesa: dalla croce, passando dietro alle antenne, sono sceso verso S, in direzione del piazzale inferiore. Attraversato tutto il piazzale, ho seguito la vecchia strada sterrata, che scende al bivio di Stresa. Attraversata la strada, ho preso il sentiero che per un tratto la costeggia, per scendere poi con un lungo tratto a mezza costa a riattraversarla nei pressi di un cancello. Da qui in sentiero scende diretto al colle di Cortano (1042 m). Dal ricovero di Cortano, ho seguito a destra il sentiero che costeggia una recinzione, per scendere ripido nel bosco di faggi, in direzione del torrente. Attraversatolo, in pochi minuti sono arrivato all’alpe Vermenasca (894 m). Qui si incontra la mulattiera, che segue per un lungo tratto in falsopiano il corso del torrente Pescone. Arrivato al bivio per i Tre Alberi, sono sceso verso l’alpe Selviana e Agrano (475 m). Purtroppo il sentiero che collegava la strada di Agrano al sentiero che proviene da Crabbia non è più percorribile, quindi ho seguito la strada, riuscendo solo a tagliare i tornanti. Poi un noioso tratto, sempre su strada asfaltata, mi ha riportato alla Verta.

Condizioni: sentiero pulito su tutto l’itinerario. Solo un po’ di neve dal Sasso Rana alla vetta, ma non da problemi. Il sentiero di salita è bello e ben segnalato, con segni di vernice bianco rossi e con i bolli arancio dell’UTLO.

Tempo di salita: 2,45 ore comprese le soste; 7 per tutto il giro
Dislivello: 1250 m circa
Sviluppo: 21 km circa
Difficoltà: EE

Mottarone Sass Buticc 27 Ottobre 2019

Il Mottarone è un posto speciale, con i suoi panorami che si estendono dalla pianura Padana ai 4000 del Vallese, dai laghi prealpini al Monviso e con la sua roccia stupenda che, oltre a essere perfetta per l’arrampicata, offre anche uno straordinario campionario dell’abilità modellatrice della natura. La Pera, la Balena, il Gufo, l’Ippodrillo, il Sasso Rana, meritano una visita, anche se non si è scalatori, solo per ammirarne la bellezza.

Avvicinamento: dal piazzale superiore, si prende la strada principale che, girando intorno al bar Alp, inizia a scendere. Subito dopo alla curva, si imbocca la strada sterrata che si stacca sulla destra. La si percorre in discesa, superando alcuni dossi, per risalire pochi metri ad un dosso alberato. Poco dopo (cartello indicatore) un ripido sentierino scende a destra, in direzione dell’evidente monolito della Pera. Raggiunto il colletto sotto alla Pera, troviamo a sinistra il sentiero che scende ai settori Balena, Pera, Aquila, Gufo ecc., mentre a destra si trovano i settori Sella, Stella e Cascata.

E’ il regno dell’aderenza. Roccia bellissima con uno straordinario grip. che permette di salire su pendenze altrove impensabili. E’ il settore più frequentato del Mottarone. L’arrampicata è prevalentemente su placca, ma ci sono anche diedri, fessure e spigoli. Difficoltà medio basse. La chiodatura è ottima.
Nel settore Pera-Aquila sono presenti vie di più tiri.

Bibliografia:
Ossola Rock. F. Manoni, M. Pellizzon, P. Stoppini Ed.Versante Sud
Le più belle vie dell’Ossola dal I al IV grado. A, Paleari Ed. Monte Rosa


Avvicinamento: 15 minuti
Roccia: granito
Arrampicata prevalente: placca
Difficoltà: dal 3b al 6b
Attrezzatura: corda da 70 m, 12 rinvii
Giudizio: ottimo
VALUTAZIONE DELLE VIE
*           merita
**         bella
***        molto bella
****      da non perdere
*****    di più

BALENA BASSA dal 3a al 5c***  15m
Placca appoggiata


BALENA ALTA CAMILLO 6a**** 28m
Bella e varia


BALENA ALTA O SOLE MIO 45 ** 20m

Canalino e placca


BALENA ALTA BALLA COL LUPO 5c *** 20m


BALENA ALTA FEDE 98 6c 20m

Strapiombino e fessura cieca


BALENA ALTA VIA COL VENTO 6a**** 20m

Molto bella


CORVO VAI MARTIN0 L1 6a**** L2 6A*** 20m+15m

Spittata corta


PERA AQUILA RE HATU 6a****20m

Bellissimo spigolo