
Eravamo già stati qui per percorrere la bella cresta Carisey; abbiamo voluto tornare per provare un altro itinerario, più lungo e impegnativo sullo sperone S del monte Mars. Anche questa volta siamo saliti dal versante valdostano. La via è stata riattrezzata nel 2019 dalla Guida Alpina Gianni Lanza, infaticabile valorizzatore di queste montagne.
Avvicinamento: abbiamo lasciato l’auto nel parcheggio di Pian Coumarial (1450 m), piccola frazione di Fontainemore, per prendere il sentiero 3A e le indicazioni per il rifugio Coda. Si passano alcuni alpeggi, alternando tratti su mulattiera ad altri su sentiero. Prima di un ponte in legno, abbiamo preso il sentiero che sale a sinistra. Raggiunta la conca dov’è adagiato un minuscolo laghetto, abbiamo lasciato il sentiero 3A per seguire le indicazioni per il rifugio Coda. Con una ripida salita che fa guadagnare rapidamente quota, in breve siamo arrivati al Colle Sella (2240 m). Scendendo sul versante Biellese, si percorre un tratto del sentiero GTA in direzione di Oropa. Appena prima del tratto attrezzato con catene a monte e mancorrente a valle si trova l’attacco della via indicato da una targhetta con il nome. Pochi metri a sinistra dell’Innominata parte un’altra via..
L1, 25 m, IV; bella placca verticale con buone prese, uscire su terrazzino sosta con 2 spit da collegare.
L2, 30 m, IV+/V; placca e strapiombino; uscita a destra, ignorando lo spit che si vede in alto a sinistra (altra via). Sosta con 2 spit collegati da cordino e anello di calata.
L3, 30 m, IV; superare la placca verso destra poi puntare al diedro alla cui base si sosta su 2 spit.
L4, 30 m IV+; salire il diedro su belle lame e proseguire in placca e raggiungere la sommità del primo salto tenendosi a destra, ignorando la sosta di calata a sinistra. Sosta con 2 spit+ anello
L5, 30 m II; salire il facile tratto erboso, aggirare a sinistra o risalire lo sperone roccioso e raggiungere una roccia staccata. Sosta con 1 spit.
L6, 30 m IV; alzarsi in spaccata sfruttando la roccia staccata, e proseguire poi più facilmente fino alla sosta con 1 spit.
L7, 30 m IV+; risalire la spaccatura, poi facili placche. Cordino di sosta su uno spuntone.
L8, circa 70 m, II; percorrere la cresta orizzontale e poi in discesa con facili passaggi, risalendo poi a destra il pendio erboso verso un camino, alla cui base si vede una targhetta con il nome della via. Possibilita di conserva protetta; 2 spit e spuntoni
L9, 30 m, IV+; salire il facile camino e uscire sul bellissimo spigolo aereo con buone prese, sosta con 2 spit.
L10, 25 m; V-; bella placca lavorata, sosta con 2 spit.
L11, 30 m; seguire la facile cresta III risalire un ostico risaltino 5c/A0 e proseguire sulla cresta fino alla sosta prima del tratto erboso su 1 spit.
L12, 30 m; II superare il pendio erboso verso sinistra, alla base di uno sperone roccioso (targhetta con il nome della via) sosta con 1 spit.
L13, 30 m; IV+ ; salire la placca poi il camino e uscire versodestra, sosta con 1 spit.
L14-L15 30+30 m ; due facili tiri che si possono accorpare e percorrere in conserva protetta: percorrere la cresta, aggirare a sinistra gli spuntoni e risalire a destra verso un passaggio squadrato. Sosta su uno spit
L16, 30 m, III; salire la cresta su placca abbattuta ed unmuretto. Sosta con 1 spit.
L17, 30 m, IV; continuare sul filo di cresta. Sosta con 1 spit.
L18, 30 m, III aggirare a destra lo sperone della cresta, poi a sinistra attraversare in orizzontale con passo facile ma esposto. Risalire facilmente le roccette tra i rododendri. Sosta su 1 spit.
L19, 30 m, III scendere qualche metro a sinistra ad aggirare due spuntoni e salire un facile diedro e portarsi alla base della evidente fessura con quarzo, sosta da attrezzare su spuntone.
L20, 15 m, 5c/A0; fessura molto bella accanto a una vena di quarzo, da affrontare in dulfer. Volendo, a metà della fessura è possibile uscire in verticale con passi divertenti, sfruttando due vecchi chiodi. Sosta con 2 spit.
L21, 30m, III; salire verso destra su un blocco appoggiato, poi per placche abbattute e cresta arrotondata , sosta con 1 spit. Questo tiro è facile ma non abbiamo trovato spit. Possono essere utili friend medio piccoli.
L22, 30 m, I; seguire la cresta in conserva fino alla cima del Dado, indicata da un ometto.
DISCESA: dalla sommità del Dado, si può proseguire per facile cresta (II e passaggi erbosi) fino al colle dove si incontra il sentiero attrezzato che porta al Monte Mars, oppure scendere lungo la Carisey per una decina di metri, fino a reperire una targhetta bianca e la sosta di calata. Con una doppia di 10/15 m si arriva alla base del Dado. Da qui abbiamo scelto di scendere il canale franoso sul versante valdostano con una doppia da trenta metri (cordone e anello di calata su un masso) e un po’ di attenzione a non smuovere i sassi. Pochi metri più in basso si incontra il sentiero che, dopo un tratto a mezza costa con corde fisse, porta ad incrociare l’itinerario di salita poco sotto al passo.
Attrezzatura: corda da 60 m, 10 rinvii, qualche friend non indispensabile.
Tempo di salita: 2,30 ore al’attacco, 5 ore per cresta, 3 ore per il rientro.
Dislivello: 800 m circa all’attacco, 450 m di sviluppo per la cresta
Sviluppo: 12,6 km circa
Difficoltà: D+, IV obbligatorio, 5c a0
Condizioni: magnifica via, lunga e di soddisfazione, su roccia bellissima e solida. Un ottimo granito ricco di appigli e appoggi. La via, tranne il 21° tiro, è tutta attrezzata. Alcuni tiri possono essere accorpati. I tratti erbosi richiedono attenzione. Il sentiero di avvicinamento è ben segnalato, così come la discesa sotto al canale.